I riti della Settimana Santa in Arcidiocesi
In questi giorni, “santi”, si fa più intensa la preghiera per “alimentare «l’uomo interiore», contemplare quello che il Signore ha fatto per noi, entrare nell’intimo del cuore del Signore, inabissarci nel suo sguardo e assimilare la sua logica che si concentra nella compassione per la sofferenza incontrata nei volti di tanti e abbracciata fino ad esserne segnato fisicamente, fino a sopportare la passione dell’infamia della croce prendendo su di sé il peccato e il travaglio del mondo. Si conclude “il cammino quaresimale, che é un itinerario di libertà personale e comunitario. Insieme sulla strada (syn-odos) verso Gerusalemme, sulle orme di Gesù, Maestro e Signore, per giungere interiormente rinnovati a celebrare la Pasqua di risurrezione. (dal messaggio di S.E. Don Corrado Lorefice per la Quaresima 2022)
Domenica delle Palme
E' il giorno della benedizione delle palme e degli ulivi per far memoria dell'accoglienza festosa ed osannante riservata dal popolo a Gesù al suo ingresso a Gerusalemme. Dopo la benedizione, di solito all'esterno, in processione il celebrante, qualche volta in groppa ad un asino, ed i fedeli raggiungono la chiesa per la celebrazione Eucaristica, che nella liturgia della Parola ha la lettura del "Passio" (Passione di Cristo).
Lunedì, martedì e mercoledì Santi
sono dedicati alla riflessione con la partecipazione agli Esercizi spirituali ed ai riti penitenziali.
Giovedì Santo
Si apre con la solenne celebrazione della Messa Crismale in Cattedrale presieduta dall’Arcivescovo. La Messa crismale è quasi epifania della Chiesa, corpo di Cristo, organicamente strutturato, che nei vari ministeri e carismi esprime, per la grazia dello Spirito, i doni nuziali di Cristo alla sua sposa pellegrina. Insieme al crisma, sono benedetti anche l’olio dei catecumeni per quanti lottano per vincere lo spirito del male in vista degli impegni del Battesimo e l’olio degli infermi per l’unzione sacramentale di coloro che nella malattia compiono in sé ciò che manca alla passione redentrice del Cristo. Così dal Capo si diffonde in tutte le membra della Chiesa e si espande nel mondo il buon odore di Cristo. (da Vatican news)
Di pomeriggio nelle chiese parrocchiali ed in diverse rettorie si celebra la "Messa in Coena Domini"
“La realtà che oggi viviamo, in questa celebrazione: il Signore che vuole rimanere con noi nell’Eucaristia. E noi diventiamo sempre tabernacoli del Signore, portiamo il Signore con noi; al punto che Lui stesso ci dice che, se non mangiamo il suo corpo e non beviamo il suo sangue, non entreremo nel Regno dei Cieli. Mistero, questo, del pane e del vino, del Signore con noi, in noi, dentro di noi.” (dall’omelia di Papa Francesco durante la Messa in Coena Domini del 2020).
Durante la celebrazione della Santa messa si ha l’azione liturgica della “lavanda dei piedi”. “Gesù finisce il suo discorso dicendo: “Vi ho dato infatti l’esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi” (Gv 13,15). Lavare i piedi. I piedi, in quel tempo, erano lavati dagli schiavi: era un compito da schiavo. La gente percorreva la strada, non c’era l’asfalto, non c’erano i sampietrini; in quel tempo c’era la polvere della strada e la gente si sporcava i piedi. E all’entrata della casa c’erano gli schiavi che lavavano i piedi. Era un lavoro da schiavi. Ma era un servizio: un servizio fatto da schiavi. E Gesù volle fare questo servizio, per darci un esempio di come noi dobbiamo servirci gli uni gli altri.” (dall’omelia di Papa Francesco durante la Messa in Coena Domini del 2018 nel carcere di Rebibbia)
A conclusione della Messa in Coena Domini, l’Eucarestia appena consacrata viene offerta, fino a tardissima sera, alla adorazione dei fedeli ponendola sull’altare della reposizione, che nella tradizionale espressione dialettale viene detto “sepolcro”, termine sbagliato in quanto non simboleggia il sepolcro di Gesù ma vi si adora Cristo vivo e presente tra di noi sotto la forma eucaristica. L’altare è riccamente addobbato con parature, oggetti - segno che rimandano all’ultima cena, fiori, vino fatto bollire con incenso, semi di grano germogliati al buio per simboleggiare il passaggio dalle tenebre alla luce. Questi, detti “lavureddi”, a Marineo vengono sistemati dai confrati della confraternita del Santissimo Sacramento in modo da realizzare una Scala Illuminata addobbata con rami d’ulivo e fiori ispirata al sogno biblico di Giacobbe: "Una scala poggiava sulla terra, la sua cima raggiungeva il cielo.
Venerdì Santo
Nelle chiese ed in diverse rettorie nel pomeriggio del Venerdì Santo si tiene la liturgia della Celebrazione della Passione durante la quale viene somministrata l’Eucarestia consacrata durante la Messa in "Coena Domini" del giorno precedente.
E’ il giorno dei riti devozionali per far memoria e meditare sulla Passione di Nostro Signore attraverso le sacre rappresentazioni della Via Crucis, le processioni con le statue in carta pesta che raffigurano plasticamente i “misteri dolorosi” e soprattutto con le meste processioni del “Venerdì Santo” in cui vengono condotti per le vie dei paesi o dei quartieri cittadini, tra preghiere e la straziante esecuzione di marce funebri, i fercoli con quello con la statua dell'Addolorata che segue quello del Cristo morto. I loro tempi, essendo sospeso l'uso delle campane, è scandito dal suono cupo delle troccole fatte di legno.
Sabato Santo
E’ il giorno del “tutto è compiuto” e dell’attesa. In alcune chiese, come quella dei Ss. 40 Martiri alla Guilla di Palermo, si celebra il rito dell’ora della Desolata in cui i fedeli “fanno compagnia” alla Madre del Signore, rimasta sola, immersa in un profondo dolore, dopo la morte del Figlio”
Nella sera del Sabato le chiese si riempiono di fedeli per le solenni veglie Pasquali che si concludono con l’atteso annuncio:
Cristo è veramente Risorto
mente il suono a festa delle campane si diffonde per vie e piazze.
La forza rivoluzionaria della Pasqua che trasfigura l’intera storia umana, emana dall’albero della Croce di Cristo, vertice di una vita- come ci ricordano i Vangeli-vissuta facendo proprie le sofferenze degli uomini e delle donne, fino a sentirne il dolore nelle viscere, fino alla ‘com-passione’. Gesù Cristo è il Messia che ha custodito un cuore capace di farsi attraversare dal dolore del mondo.
Questo è l”inedito’ amore di Dio-Amore (cfr 1Gv 4,8) che vince sulla croce, l’amore che ha il potere di sconfiggere anche la morte perché ha sgominato la menzogna dell’egoismo e dell’autolatria. (S.E. Mons. Corrado Lorefice, Arcivescovo di Palermo, dal messaggio per la Pasqua 2021)
Domenica di Pasqua - Risurrezione del Signore
E’ il giorno della Pasqua ed fedeli si raccolgono nelle chiese per celebrare e gioire per la Resurrezione di Nostro Signore.
“La Pasqua di Gesù si ripete, si attua qui, ora. Per me per voi, per tutti i rinati nel battesimo. Ma anche per tutti gli uomini e le donne che conoscono le acque travolgenti delle tempeste umane, che partecipano al gemito della storia. La Pasqua di Gesù intercetta il desiderio di vita, di bene, di felicità, di liberazione di riscatto che si innalza ogni giorno dalla casa comune che è la Terra. Oggi riceviamo anche noi come le donne al Sepolcro questo mandato". (S.E. Mons. Corrado Lorefice, Arcivescovo di Palermo, dal messaggio per la Pasqua 2021)
“La Pasqua di Cristo è il lievito dell’intera storia. Anche questa nostra storia è parte dell’unica storia della salvezza di Dio”. (S.E. Mons. Corrado Lorefice, Arcivescovo di Palermo, omelia per la Pasqua 2021)
In questo giorno si svolgono in alcune comunità le tradizionali processioni dell’incontro tra il Cristo morto e Maria sua madre.
Per Pellegrini e Visitatori
La proposta è di condividere e/o comunque partecipare ad una esperienza di fede delle Comunità ecclesiali.